La mia prima volta in India e quel +1 che fa la differenza
È la mia prima volta in India, mi ritrovo qui dopo una virata a 360°.
Mi ritrovo in India dopo decisioni prese, dopo chiusure importanti, dopo tanta stanchezza accumulata.
Mi ritrovo in India dopo un incontro fortunato con Emanuela e in questo momento non vorrei essere da nessuna altra parte.
Mi sono ritrovata in India per la prima volta e sono qui per respirarla questa India, per sentirla sulla pelle, per ritrovarmela nelle corde più profonde di me.
Ho incrociato lo sguardo delle bambine che AFLIN sostiene, sono entrata nelle loro case, ho risposto ai loro sorrisi. Mi sono sentita in imbarazzo, spesso. Mi sono sentita di troppo e inadeguata, sempre.
Le bambine hanno sogni, i loro genitori ci hanno rinunciato da tempo. Le bambine hanno una speranza, i loro genitori anche.
I primi giorni mi è sembrato di essere qui a svuotare l’oceano con un secchiello piccolo piccolo ma poi ho capito che bisogna concentrarsi sulla singola storia, sulla singola bambina. La differenza la fa 1 che diventa +1 e poi +1 e poi +1 e poi +1 e poi ancora +1. Ed è su questo +1 che ho deciso di concentrarmi perché a quel +1 un po’ la vita si cambia.
Il sole intanto sta tramontando a Pushkar, fa freddo, molto freddo.
Questa è l’ora della Puja e questo canto mi è ormai familiare, come lo sono i clacson, le voci, le mucche, i piatti super piccanti, gli occhi neri, i sorrisi, il profumo di incenso, il movimento della testa che tanto mi piace.
In questi giorni in India ho ricominciato a pensare, a sentire, a respirare.
Questo posto ti costringe alla vita e non c’è niente di più bello.
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It’s been my first time in India, and I find myself here after a 360° change. I find myself in India after taking many decisions, after important closures, after a lot of tiredness accumulated. I find myself in India after a lucky encounter with Emanuela and I wouldn’t want to be anywhere else in the world. I find myself in India for the first time and I’m here to breath it all in, to feel it on my skin, to find it in the deepest strings of my being.
I’ve met the eyes of the girls that AFLIN supports, Ive been in their houses, I’ve shared their smiles. I’ve felt embarrassed, many times. I felt inadequate and out of place, always. The girls have dreams, their parents gave them un a lot time ago.
The girls have hope, their parents too. The first days I felt like I was trying to empty the ocean with a very small bucket but then I realized that we have to concentrate on the 1 story, the 1 girl. The difference is in the 1 that becomes 1 more and 1 more and 1 more and so on. And it’s on this plus 1 that I’ve decided to concentrate because we change a little the life on this 1.
In the meantime the sun is setting on Pushkar, it’s cold, very cold. It’s time for Puja and this singing that has become so familiar to me, just like the honking, the voices, the cows, the super spicy food, the black eyes, the smiles, the smell of incense, the head movement that I like so much.
These days in India I’ve started to think, feel and breathe once again.
This place forces you to live, and there’s nothing more beautiful.
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